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Qualche giorno fa ho partecipato alla presentazione delle liste per le elezioni amministrative della mia città ed ascoltando le parole del candidato Sindaco Pino Marchionna. Devo dire che sono rimasta piacevolmente stupita dal fatto che il suo programma non contenesse promesse. Al contrario Marchionna punta con il suo mandato su due cose fondamentali: il dialogo con i cittadini e la creazione di un polo universitario nella nostra città.
È triste per noi genitori vedere i nostri giovani partire per altre città per studiare e magari non tornare più. Anch’io ho vissuto questa esperienza quando sono partita alla volta di Roma a 24 anni con 500€ messi insieme facendo la cameriera per tutta l’estate a Brindisi e in provincia, lavorando anche in due/tre locali nella stessa giornata. Volevo studiare, lavorare e poi tornare a Brindisi per fare la differenza nella mia città, per aprire qualcosa che potesse aiutare i giovani come me, per dare loro un luogo di aggregazione e liberarli dall’omologazione.
Invece poi, nonostante un lavoro ben retribuito e a tempo indeterminato, la nostalgia di Brindisi e soprattutto del profumo del mare, era sempre più forte tanto che dopo quattro anni ho lasciato la vita che mi ero costruita e sono tornata a casa.
Una volta nella mia città il profumo del mare mi ha dato l’ossigeno di cui sentivo la mancanza e avendo letto di un corso di studi proposto dall’Università di Bari nella sede di Brindisi ho deciso di informarmi. Il corso era innovativo “Progettazione e gestione delle attività culturali” le prime lezioni a cui ho preso parte erano della Professoressa Di Pierro che insegnava Letteratura italiana, nel mezzo del corso poi la Prof. ha inserito una sorta di seminario di Letteratura odeporica.
È un genere letterario che tratta il viaggio, inteso come spostamento vero e proprio e può avere la forma di diario, insomma un resoconto di ciò che il viaggiatore ha visto durante questo il viaggio. Nel nostro caso – in quello della Prof. Di Pierro – è stato affrontato il Gran Tour del ‘700, un lungo viaggio che giovani aristocratici italiani e non, motivati dalla fame di sapere e conoscere, intraprendevano su tutto il territorio italiano. In particolare abbiamo esaminato i viaggi avvenuti presso la città di Brindisi. Quelle lezioni mi avevano rapito anima e corpo e avevo deciso immediatamente di iscrivermi al corso.
Lavoravo, per pagare le tasse universitarie e non gravare sui miei genitori, e studiavo, fino a che l’Università di Bari non è riuscita più a garantire la sede di Brindisi per sostenere gli esami e ha spostato tutto a Bari. Lo studio da pendolare/ lavoratore è difficile, avevo già provato questa esperienza dopo aver concluso il liceo. Quella volta avevo scelto Giurisprudenza a Lecce, anche in quel caso frequentavo le lezioni tutti i giorni – tranne il mercoledì – dalla mattina alla sera e il weekend lavoravo. Un giorno solo per studiare non bastava, soprattutto materie come diritto privato, commerciale amministrativo e via discorrendo. Quando non si dispone di un background familiare o di un’eredità o di un “cognome conosciuto” che ci favorisca spesso ci si sente sopraffatti dalle difficoltà e ci si domanda se sia possibile superarle senza una rete di supporto alle spalle.
Ma non dobbiamo mai dimenticare che ognuno di noi ha una storia personale, un talento, una passione che ci contraddistingue e ci rende unici. La vita non è facile per nessuno, ma è importante capire che la vera forza risiede nella determinazione e nell’impegno che mettiamo nella realizzazione dei nostri obiettivi.
Non dobbiamo mai lasciarci intimidire dalla mancanza di supporto esterno, ma piuttosto sfruttare la nostra determinazione e la nostra creatività per costruire la nostra strada verso il successo. Siamo tutti in grado di raggiungere i nostri sogni, basta avere il coraggio di credere in noi stessi e di lottare con tutte le nostre forze.
Spiccare il volo non è un gesto banale, ma un atto di coraggio che richiede il coraggio di guardare oltre il cancello che ci separa dal mondo. Quel cancello rappresenta le nostre paure, i nostri dubbi, le nostre incertezze: ci sentiamo al sicuro dietro di esso, ma in realtà siamo prigionieri di noi stessi. Per rompere le catene che ci tengono fermi, dobbiamo avere il coraggio di guardare oltre, di affrontare l’ignoto, di rischiare. Solo allora potremo spiccare il volo e volare alto, liberi di esplorare il mondo e di realizzare i nostri sogni più grandi. Non accontentarti di ciò che conosci, non farti bloccare dalle tue paure: alza lo sguardo e guarda oltre il cancello, perché solo così potrai raggiungere l’infinito cielo che ti aspetta.
Così ho deciso di aprire un’attività tutta mia su uno dei corsi più importanti della nostra città. Non esisteva niente o poco nel 2014 né su Corso Garibaldi, né nel resto della città. Abbiamo illuminato il corso per ben 10 anni, poi la stanchezza ha preso il sopravvento e l’impossibilità di cambiare le cose ci ha reso vulnerabili.
Perciò, oggi ho capito che per cambiare le cose bisogna entrare nel sistema e battersi da dentro, portare la nostra voce nel palazzo e far tremare le finestre. Chi di voi mi conosce sa che sono una fucina di idee e sa bene che amo collaborare con chi sa più di me per il bene della città. So cosa volete perché in 10 anni di Beat amavo ascoltarvi dall’altra parte del bancone del bar ed è questa la cosa che mi manca di più. Parlare con voi e capire le vostre esigenze mi faceva sentire utile in qualche modo, ora si presenta la possibilità di poter dare vita a queste idee, insieme. Vi invito a riflettere su queste parole e a unirvi a me per lavorare insieme per il futuro di Brindisi.
Grazie.
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